São Francisco na arte de Mestres Italianos, Rio de Janeiro, Museu Nacional de Belas Artes, 6 novembre 2018/3 febbraio 2019

a cura di Giovanni Morello e Stefano Papetti

L’immagine di Francesco di Assisi, l’umile “Poverello”, ha colpito la sensibilità degli artisti, si può dire mentre egli era ancora in vita, emozionati dal carisma che emanava dalla sua persona e pronti a tramandarne la raffigurazione con intenti velatamente agiografici. I suoi frati e i suoi primi iconografi non erano infatti tanto interessati a trasmettere un ritratto fisiognomico del santo, quanto piuttosto un suo ritratto spirituale. I pittori francescani del Duecento hanno tramandato un’immagine ben precisa del santo di Assisi: una figura emaciata per le privazioni a cui si sottoponeva, ma forte della sua forza spirituale. Accanto all’immagine eretta del santo di Assisi vennero divulgati i fatti salienti e i miracoli del fraticello in una serie di “tavole istoriate”, che ebbero ampia diffusione. L’irrompere sulla scena artistica di Giotto di Bondone doveva rivoluzionare la tradizione iconografica del santo emaciato e, allo stesso tempo, determinare l’estinzione delle tavole figurate. Il celebre ciclo di affreschi nel Basilica Superiore di Assisi abbandona infatti la raffigurazione di un san Francesco smunto e sofferente per presentare invece un uomo dal volto bello, anzi risplendente di bellezza, non solo spirituale ma anche fisica, quasi a voler rendere evidente la trasfigurazione del Poverello avvenuta al momento del suo pio trapasso, secondo quanto tramandato da Tommaso da Celano. È questo il tema con cui si apre la mostra, dove sono presentate sia alcune immagini di san Francesco che alcune delle “tavole istoriate”.  Negli episodi del ciclo assisiate Giotto inserì anche la scena delle stimmate, destinata ad avere un grande successo tra gli artisti, pittori e scultori, dei secoli seguenti: senza dubbio l’episodio più raffigurato della vita del Poverello di Assisi. Ed è questo il tema del secondo capitolo di questa mostra, che è anche il più numeroso e significativo. Capolavori dei maestri italiani, dal secolo XV al XVIII, si susseguono in una prestigiosa galleria che presenta, tra gli altri, i nomi di Annibale Carracci, di Guido Reni, di Orazio Gentileschi,  Perugino, Guercino, Tiziano. Nonostante la ripetitività del soggetto, l‘imposizione delle stimmate a san Francesco, il primo uomo ad essere segnato nelle sue carni dalle ferite della passione del Signore, il susseguirsi delle opere richieste in prestito fornisce uno spaccato vario ed espressivo dell’evento miracoloso. La mostra si conclude con un terzo episodio, denominato “Sacre conversazioni”, in cui l’immagine del santo di Assisi è associato a quella della Vergine con il Bambino, della Croce di Cristo, e di altri santi francescani. La mostra proposta ripercorre, per alcuni versi, un’omonima esposizione, intitolata “Francesco nell’Arte”, presentata con grande successo nella Pinacoteca Comunale di Ascoli Piceno, dal 12 marzo al 30 giugno 2016, in occasione del IX Centenario del passaggio di san Francesco nella città marchigiana.

           

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